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#biodì: il grano saraceno
Lo sai che il grano saraceno, nonostante il suo nome possa trarre in inganno, non fa parte della famiglia delle Graminacee, ma di quella delle Poligonacee?
Questo pseudo-cereale senza glutine ha origine tra la Siberia e la Manciuria. In Europa si attesta la presenza di questa pianta erbacea annuale solo a partire dal Medioevo - prima in Italia e poi in Galizia - dove probabilmente è arrivata a seguito delle invasioni turche e mongole.
PERCHÉ SARACENO?
La denominazione scientifica di questa pianta è Fagopyrum esculentum Moench. L'appellativo del genere è dovuto alla forma dei frutti - che sono molto simili a quelli del faggio - e proviene dal latino fagus (faggio) e dal greco pyron (frumento). Per quanto riguarda il nome comune - grano dei turchi o dei saraceni - esistono due ipotesi: una lo fa derivare dall'importazione in Italia da parte dei mercanti arabi (i saraceni, appunto), l'altra dal colore molto scuro dei chicchi, che ricorderebbe il colore della pelle dei saraceni.
DOVE SI COLTIVA
Adatta a climi rigidi (ma sensibile al gelo), di rapido sviluppo, di poche esigenze, rustica e raramente aggredita da parassiti, questa pianta in passato era considerata una valida opzione per sfruttare i terreni nel periodo d'inattività dopo il raccolto invernale (in particolare di segale e orzo). Per queste sue caratteristiche, il grano saraceno è sempre stato coltivato in paesi freddi. In Italia, infatti, il territorio vocato alla coltivazione di questa pianta è stato fin da subito quello delle località alpine, poco adatte a frumento e altri cereali. In queste zone, il grano saraceno ha acquisito una notevole importanza nel regime alimentare delle popolazioni autoctone. Le piantagioni di questo pseudo-cereale hanno poi registrato una limitata diffusione anche nelle valli alpine piemontesi e in alcune aree geografiche dell'Appennino settentrionale, di Toscana, Marche e Umbria.
IN CUCINA
Secondo la tradizione locale, il grano saraceno viene consumato in molti modi diversi. In Valtellina, dove è una delle materie prime cardine della cultura gastronomica, lo si utilizza in tante ricette, tra cui la polenta taragna e i pizzoccheri. In Francia è l'ingrediente principale di svariati tipi di crespelle, in Cina e Giappone la farina viene usata per fare gli spaghetti (soba), in Russia e Polonia il grano saraceno diventa protagonista di zuppe dense e minestre.